DOVE SIAMO

Il Comune di Campochiaro è un borgo situato nel sud dell'Italia, nella Regione Molise, in Provincia di Campobasso (CB).
Il borgo conta una popolazione residente di 635, suddivisa in 301 maschi e 334 con una densità pari a 17,79 abitanti per chilometro quadrato.

IL PAESE
Il centro abitato sorge alle falde del massiccio del Matese e il territorio comunale, situato presso le sorgenti del fiume Biferno, è attraversato da un'antica via della transumanza, il tratturo Pescasseroli-Candela. Tra i monumenti da visitare, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, restaurata nel XVII secolo, dalle forme barocche, presenta il campanile come una piccola torretta mentre l’interno è a tre navate. Inoltre, sono presenti sul territorio esempi di architettura militare, quali la Torretta medievale con pianta longobarda circolare con una finestra oblò, si presume appartenente al X secolo. In origine era la torre più alta di una roccaforte medievale, con cinta muraria. Da vedere anche la Fontana urbica, ricostruita dopo il terremoto del 1805, un porticato rosso in pietra con sei colonne. Il territorio comunale fa parte dell’Oasi WWF di Guardiaregia – Campochiaro. Tra gli eventi, la festa patronale di San Marco e la Sagra dell'Origano costituiscono le principali attrattive.
LO STEMMA
Lo stemma raffigura i tre monti a ridosso dell'abitato, detti "Torrette" per la presenza di altrettante torri di guardia in età sannita, sovrastati da un sole raggiante. Il gonfalone è un drappo partito di azzurro e di giallo.
IL TERRITORIO
Comune montano di origine medievale la cui economia, storicamente legata soprattutto all'agricoltura, ha conosciuto di recente uno sviluppo industriale. I campochiaresi sono concentrati nel capoluogo comunale, adagiato su uno sperone del Colle la Croce, ricco di faggi e di altra vegetazione, dal quale si gode la magnifica veduta del massiccio del Matese e della valle del Biferno. Nella pianura, separato dall'abitato, sorge il nucleo industriale. Il clima ha le caratteristiche di zona montana ma è addolcito dalla felice esposizione; il territorio ha un aspetto vario: a settentrione è dolce e pianeggiante; a meridione si presenta invece aspro e montuoso, con altezze che vanno dai 1.400 metri del monte Civitavecchia ai 1.555 del monte Guado della Borea. In questa zona si aprono gli ingressi del Pozzo della Neve e di Cul di Bove, due profonde cavità che raggiungono le viscere della montagna.
LA STORIA
Il suo nome deriva da "Campus clarus", significa pianura soleggiata e deriva probabilmente dalla particolare posizione del territorio.
È l'unico comune della provincia ad essere menzionato negli annali di botanica per merito dello studioso francese Tournefat che, inviato da Luigi XIV a compiere ricerche botaniche, trovò sul Matese una pianta della famiglia delle scrofulariacee cui dette il nome di "Veronica Campiclarensi".
L'origine dell'attuale comunità risale al Medioevo ma l'area fu quasi certamente teatro di insediamenti italici, di cui restano inconfondibili tracce.
Agli inizi del Medioevo le vicende storiche del comune coincidono con quelle di Boiano; nel 1268 passò in feudo a Giovanni d'Alneto al quale poi succedettero i d'Evoli, i Gambatesa, i Caracciolo e i Pandone, signori anche di Venafro. Per ultimo fu posseduta dalla famiglia Mormile che la dominò per oltre un secolo e mezzo, fino alla fine del feudalesimo. Nel patrimonio storico-architettonico spicca il tempio italico riportato alla luce in località Civitella, del quale si possono ammirare le principali strutture; resti di tombe risalenti al VII-VIII secolo d.C. sono stati rinvenuti nella pianura.
Nel centro abitato si trovano la chiesa di Santa Maria Assunta e la chiesa di Santa Maria delle Grazie, in origine dedicata a S. Marco Evangelista.
L'ECONOMIA
Gli aspetti più particolari della struttura interna del comune sono rappresentati da un efficiente vivaio, istituto dal Ministero per le risorse agricole, alimentari e forestali, e dall'industria tradizionale del carbone ricavato dal legno di faggio che abbonda nella zona. I servizi ed uffici pubblici a disposizione della popolazione si limitano a quelli comunali ordinari ed all'ufficio postale. Vi si conduce una vita ancora fortemente legata alla tradizione. Le strutture scolastiche locali consentono soltanto la frequenza delle classi dell'obbligo; decisamente meglio organizzati gli impianti sportivi, che consentono la pratica del tiro al piattello, calcio, tennis, tiro con l'arco, per non parlare del campo di volo che può ospitare piccoli aeromobili. Nel panorama delle attività produttive si sta espandendo la piccola industria con imprese operanti nei settori alimentare, tessile e delle materie plastiche; l'agricoltura e la zootecnia mantengono tuttavia un ruolo di rilievo con le coltivazioni di cereali e ortaggi e lo sfruttamento delle vaste faggete.
LE RELAZIONI
Se si esclude il pendolarismo diretto verso l'agglomerato industriale, ad attrarre visitatori è sprattutto l'ambiente naturale (nei boschi si possono trovare frutti selvatici ed erbe profumate); i più esperti speleologi italiani e stranieri si danno appuntamento per esplorare gli abissi del Matese e gli appassionati del volo sportivo possono sfruttare la piccola aviosuperficie. Tra le occasioni di incontro meritano di essere ricordate la tradizionale fiera di merci e bestiame che si svolge in ottobre e la processione con fiaccolata per la festa della Madonna del Carmine. Il Patrono S. Marco si festeggia il 25 aprile con una processione.